NARRAZIONI RACCOLTE A PIEVEBOVIGLIANA (COMUNE DI VALFORNACE)

LE BOTTI

Per fare le botti si usa il castagno stagionato. Si taglia da ottobre a novembre con la luna calante, poi si fa asciugare al sole per un anno. Poi bisogna piegarlo con la brace con un attrezzo fatto a posta, “lu piegaturu”. Una volta piegate le tavole si fanno le botti. Si usa il legno del castagno e del rovere, ma anche la quercia.

I CESTI

Per fare i cesti usavamo “lu vinghu”, (il salice). Il salice si sceglie grande o piccolo dipende dalla grandezza del cesto. Vengono presi a primavera quando fioriscono si diceva quando “s’innamorano”. Si stacca “la pelle” e per farlo non hai bisogno di un coltello. Il cesto si inizia dalla base, qui ho messo 10 rametti, 5 da un lato e altri 5 d’altro, si dice a “ntesse”, poi si pianta i diritti doppi per alto e poi i rametti per il manico. I cesti li usavamo per la raccolta delle mele per la vendemmia.

IL CARBONE

Per fare il carbone prima si prepara la piazzola con una scarpata da una parte dove si fa un buco. Poi ci si metta legna di quercia, ornello, carpano, acero, cerro, il castagno non è tanto buono. Si sistema la legna a quadrato al centro di questa piazzola  e tutt’intorno a cerchio a salire. Si mette la legna più fine sotto e le più grosse sopra. Il fuoco si accende al centro di questo quadrato da un buco che si lascia al centro.  Si fa una catasta  e si stringe a salire. Tutt’intorno si copre di terra e muschio. Quando è tutta finita e coperta si accende da sopra e si chiude. Di solito deve cuocere dagli 8 ai 10 giorni, secondo la  grandezza della carbonaia. Man Mano che brucia  si deve rimboccare con altra legna perché sennò crolla e se si sbuca va “riattappata”. Quando è l’ora si tira fuori e si spegne con l’acqua.

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