L’alta valle del Chienti nota alla storiografia come altopiano plestino. Per l’altopiano plestino ne ho rivelati, con indagine su campo, una ventina e cioè: Colfiorito (Orve, m.926); Cavicchio (m.838); Cervara (m.805) Borgarella (già Porchella, Castellina m. 830); Franca (Monte, m. 882);Leggiana (Castellaccio, o Monte Torricelle m.748) Seggio (Monte m-880); Le Penne (m. 800) Palarne (m.876); Afrile (m.1009); Annifo (il Castellano di Tolagna m. 965); Croce di Fumegghia (m. 959) Le Cese o Caromanno (m.900); Cassignano (Carmelo m.808) Monte Acuto (Castellare m.1065); Monte Trella (m.1029); Degnano (il Castello m. 1059) Tolagna (loc. Monte Orbe o Orve m.1112) Monte Birbo (m.1156) Monte San Salvatore di Curasci-Vecchiano (m.1146). La densità di questi castellieri originariamente legati alla transumanza. Solo per Annifo e Colfiorito, due insediamenti d’altopiano, ancora oggi importanti, ci sono pervenuti tre castellieri per ciascuno, dirimpettai e quasi a un tiro di sasso l’uno dall’altro.
Detti recinti, posti a guardia della viabilità e dei pascoli sottostanti, sembra che rispondano a un piano organico i cui termini tuttavia per il momento ci sfuggono: I ricordati castellieri di forma circolare, altri ellissoidale,altri infine ripetono la dorsale di cresta e la loro superficie varia dai 400 agli 800 mq. Sono tutti difesi da un terrapieno quasi ovunque attualmente coperto di terra e vegetazione; e nel castelliere di Palarne, di recente manomesso, risulta essere formato da un muro di costruzione in opera quadrata ricoperto da uno spesso strato di terra. E’ rimasto invece da sempre scoperto l’imponente muro di costruzione del recinto di Orve, sopra Colfiorito.
Si noti che alcuni di questi recinti fortificati di altura hanno continuato ad essere meta di piccoli pellegrinaggi da parte di collettività paesane, presente o meno, entro il recinto, un santuario in muratura: tali ad esempio il recinto di Monte S.Salvatore di Verchiano (m.1146) con il santuario multiterapeutico omonimo, ancora oggi largamente frequentato, o quello di Monte Castello (m.1059) sopra degnano, dove il sacro è appena accennatola una croce, ma ivi fino a qualche decennio fa, i fedeli accendevano processionalmente il giorno dell’Ascensione portando sulle spalle una pesante pietra, alla maniera dei pellegrini di san Giacomo di Compostella; o il recinto fortificato di Monte Cassicchio, sovrastante la palude la palude di Colfiorito e sacralizzato dalla presenza nel suo interno di una croce, forse a ricordo di un antica chiesa, meta, fin quasi ai giorni nostri delle processioni rogatorie. Dette chiese, meta di pellegrinaggi annuali, e quindi dei veri santuari, poste all’interno di recinti fortificati, stanno ad attestare il recupero sacrale di tali manufatti…e forse alcuni di questi santuari hanno utilizzato i luoghi di culto pagani. [1]
[1] Mario Sensi Castellari e castelli dirimpettai: l’esempio di Talogna_Landolina tra Umbria e Marche pp.715-725
in AA. VV., Istituzione società nell’alto Medioevo Marchigiano (Parte seconda) Atti e memorie 86 (1981) Deputazione di storia patria per le Marche Ancona 1983
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