Abbazia di Sant’Eutizio

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 “Troverai più nei boschi che nei libri, alberi e rocce ti insegneranno ciò che nessun maestro ti dirà”

(Bernardo di Chiaravalle)

Agli inizi del V secolo nella Valcastoriana giunse un gruppo di monaci ed eremiti siriani. Questi padri si stabilirono nella valle ma non si costruirono un’abitazione, bensì presero dimora presso delle grotte artificiali, scavate in uno sperone di pietra sponga. In ogni grotta vivevano due monaci: un anziano chiamato “abba” e un giovane che imparava “il mestiere” di eremita; così questo insediamento monastico pre-benedettino, con l’appoggio della popolazione autoctona, diede vita ad una comunità improntata sulla regola monastica orientale. Lo stile di vita monastico suscitò ben presto ammirazione e interesse tra gli abitanti, i quali colsero l’umiltà e la spiritualità del loro modus vivendi. La devozione ai monaci fu tale al punto che molti abitanti si unirono alla loro comunità; questa comunità abbaziale fu fondata originariamente da Spes, Eutizio e Fiorenzo.

Il 28 marzo del 510 Spes morì ed Eutizio, date le sue grandi virtù e la sua devozione, prese il suo posto nel cenobio. Dopo la morte di Spes la comunità riuscì a mantenere un sano equilibrio e raggiunse una forma ben definita ed organizzata. Infatti, ebbe un notevole impulso: per celebrare l’impegno di Eutizio per la comunità, venne eretta la chiesa in suo onore, nella quale alla sua morte, il 23 maggio del 540, vennero deposte le proprie spoglie. Egli fu una figura molto importante per la comunità, tanto che fu chiamato l’evangelizzatore della valle.

La prosperità di cui godeva l’Abbazia permise ai monaci, che ormai vivevano sotto la Regola di San Benedetto, di migliorare gli edifici del complesso monastico e di dotarsi di un’efficiente biblioteca e di uno scriptorium, all’interno del quale furono redatti i celebri codici liturgici dell’Abbazia di Sant’Eutizio, codici che testimoniano la forte esperienza di vita e di fede vissuta dai monaci.

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