COMUNE: Amandola
PROVINCIA: FM
TERRITORIO:Parco Nazionale dei Monti Sibillini
LOCALITÀ: San Ruffino
VOCABOLO: Abbazia dei SS. Vitale e Ruffino
ALTITUDINE: 378
OSSERVAZIONI: La chiesa si trova lungo la strada salendo da Servigliano sulla sinistra del bivio per la loc. Marnacchia (Amandola)
NARRAZIONE
A me l’ernia me l’ha guarita S. Ruffino. Mia madre mi compro’ una cinta e mi porto’ a S. Ruffino (Amandola), mi passo’ sette volte in un buco e l’ernia mi passo’. Lasciammo la cintura a S. Ruffino e ogni anno ci vado alla messa.
MACROTIPO: LUOGO TERAPEUTICO
DESCRIZIONE BREVE: Chiesa (Ernia)
CODICE: 44004010
SCHEDA CATALOGO: SIN
ANNO SCHEDA SIN: 2007
Scheda di Sito Naturalistico d’interesse Antropologico CATALOGATORE: TREGGIARI Stefano
Scheda di Sito Naturalistico d’interesse Antropologico VIDIMATORE: LOMBARDI SATRIANI Luigi Maria
FONTE: orale
LUOGO DI NASCITA NARRATORE: Comunanza
SCOLARITÀ NARRATORE: 3 elementare
MESTIERE NARRATORE: Agricoltore
CATALOGATORE NARRAZIONE: RE Daniele
BIBLIOGRAFIA: TAGLIANINI Patrizia, L’Abbazia dei SS. Vitale e Ruffino ad Amandola continuita’ religiosa dalla Dea Bona a S. Benedetto,Maroni- Ripatranzone,1989,pp.8-11
ITINERARIO GPX:
SUGGERIMENTI:
ECOMUSEO DI RIFERIMENTO:
CENTRO D’INTERPRETAZIONE:
GUIDA INTERPRETE: TREGGIARI Stefano
RISTORANTE E OSPITALITÀ PIÙ VICINA:
APPROFONDIMENTI STORICI: L’assenza del monastero nell’elenco dei possedimenti menzionati nella concessione in enfiteusi del 977 farebbe supporre una datazione intorno all’ XI secolo (Piva, 2003); si discosta da tale ipotesi la Romano (1994) che esprime invece una datazione più tarda, vicino alla metà del XII secolo, in ragione delle caratteristiche di accentuato geometrismo della decorazione affiancate “… ad una tendenza alle proporzioni allungate…”.Non esiste documentazione antecedente a quella riportata dal Ferranti se non per congiunzioni artistiche rilevate nel tempio ipogeo, grotta, o come riportato da Piva (2003), nella cripta di una primitiva chiesa sulle cui fondazioni è stato successivamente costruito l’attuale complesso risalente all’epoca romanica.E’ questo un ambiente primitivo, coperto a botte e scavato nel tufo la cui unica apertura è costituita da una finestrina posta nella zona absidale; sulle sue pareti è scritta una delle pagine artistiche più antiche della regione che viene messa in relazione con l’analogo percorso liturgico della cripta di S. Vincenzo al Volturno (824-842): una lunga teoria di santi, in parte identificati dal nome, a grandezza quasi naturale e con il palmo delle mani rivolto verso gli astanti, incedono al centro dell’absidiola, ossia verso la mano benedicente dell’Eterno, intersecandosi con l’altro percorso ortogonale al precedente indirizzato, ma le condizioni delle immagini ne rendono difficile la lettura, verso un Arcangelo inscritto in un clipeo (Piva, 2003) come nella già citata cripta di S. Vincenzo. ULTERIORI INFORMAZIONI
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