I nuclei narrativi e il “corpus” delle tradizioni orali raccolte
Antichi mestieri: il fabbro; il falegname; il facocchio; il bottaio; lo scalpellino; il muratore; il mugnaio; il calzolaio; il conciatore; il cartaio; il carbonaio; il cacciatore; il rabdomante; il canapino; il funaio; il ramaio; il fabbricante di mattoni.
Attività produttive: i mulini ad acqua; le antiche fornaci; le tintorie; le gualchiere; le filande; i calcinari; il bacologico; i tabacchifici; le antiche miniere di ferro e le fusioni.
la civiltà pastorale: la transumanza; la divisione dei ruoli e le gerarchie tra i pastori (vergaro, buttero, vergatolo, paciere, agnellaro, pastore, ecc); il matriarcato in montagna; la preparazione del caglio e del formaggio; lo stazzo; la capanna; la rapazzola e il somaro; il bastone del pastore; l’esca e la pietra focaia; le “pietre del fulmine”.
La civiltà contadina: le antiche varietà di sementi, vitigni e alberi da frutto; la canapa e la sua lavorazione; la semina; la potatura; la mietitura; la tresca o trita; la scardozzatura del granturco; la vendemmia; la preparazione del vino; l’olio; il maiale e la pista; la lavorazione dei canestri; gli antichi attrezzi agricoli; le malattie del bestiame e i metodi di cura popolari; le corna a protezione della stalla; il giogo dei buoi; metodi per far fruttificare gli alberi.
Il ciclo della vita: la nascita; la pietra d’aquila o pietra sonareccia per ritardare il parto; appoggiarsi ad una canna per facilitare il parto; la mammana; la levatrice; l’acqua del primo bagno; il dono di una gallina per la puerpera; gettare la placenta nell’acqua o sotterrarla sotto un fico per far scendere il latte; bollire la placenta nel brodo e farlo mangiare alla mamma per il latte; il battesimo e i suoi rituali; i compari portavano i maschi a vedere la stalla e le femmine a vedere il telaio; correvano sulle scale per farli crescere “svelti”; la mamma doveva “rientrare in santo”; i fasciaturi; la culla; lo svezzamento con il pancotto; le mestruazioni e i relativi tabù della donna; il matrimonio e i suoi riti; appendere l’oro alla sposa; la madre della sposa non partecipava al matrimonio; la fratta; l’incamata; la scampanata; il corredo e il suo trasporto su un carro trainato dai buoi; presagi di morte (l’orologio di S. Pasquale; la civetta); scoperchiare il tetto durante l’agonia; bruciare i pagliericcio; pranzo rituale del funerale; pagare i partecipanti al funerale.
Festività calendariali: il Natale e i suoi riti; il ceppo di Natale “condito” con olio, vino o un boccone di ciascuna portata del cenone della Vigilia; lasciare la tavola imbandita la notte della Vigilia; l’usanza di lasciare un’offerta di cibo vicino al ceppo la notte di Natale; le bestie parlano nella notte santa; l’Epifania; la Vecchia e i suoi doni; la Pasquella; S. Antonio e la benedizione degli animali e del pane; la Candelora e la benedizione delle candele; il Carnevale; bruciare il Carnevale; le maschere di Carnevale e Quaresima; il divieto di lavorare il giorno di Carnevale; la Quaresima; il calendario della Quaresima; la Mezzaquaresima (segare la vecchia); la Pasqua; i fiori bianchi per i Sepolcri; annunciare le funzioni con la raganella quando le campane sono legate; fare le capriole contro il mal di pancia quando si slegano le campane; seminare l’orto quando si sciolgono le campane; scoccetta e ciuturella; la festa dell’Ascensione e il pellegrinaggio all’omonimo Monte; portare una pietra Santa Polisia per devozione; la corsa dei bacherozzi; il divieto di andare nei campi; l’infiorata del Corpus Domini; la festa di S. Giovanni; la virtù della guazza di S. Giovanni; l’acqua odorosa; il nocino di S. Giovanni; compari di S. Giovanni; la notte delle streghe; la festa dei morti; la diasilla.
Feste paesane: le feste del patrono; le processioni; gli archi vegetali; rituali e usanze paesane.
Il cibo: il cibo quotidiano; il pane e il lievito e la loro preparazione; il pane di granturco; la polenta; i tagliolini; i frascarelli; i fagioli; le erbe; le verdure; il porco e la sua preparazione; il cibo festivo; le tagliatelle con le uova; la carne; la pizza con le noci e il fristingo per Natale; frappe, frittelle e scroccafusi per Carnevale; le pizze e le ciambelle di Pasqua; la palombella,lo scarsello, la bamboletta; i piconi con il formaggio o la fava; la rocciata; il serpe; il torciglione; la nociata; le fave dei morti; il cibo del matrimonio.
Medicina popolare: lo streppo, rimedio per l’ernia dei bambini; la cura dei lummi da parte di una donna che abbia partorito una coppia di gemelli; la cura della sciatica con i coppi; metodi per “segnare” i vermi dei bambini (con gli spaghi; con il piombo fuso; con l’aglio e la ruta); l’acqua dove ha bevuto un somaro contro la tosse convulsa; rimedi contro le convulsioni dei bambini (mettere il bambino in una cassetta e sotterrarlo per alcuni minuti; scottare la nuca del bambino con un tizzone ardente; il bagno nell’acqua calda); la cenere o il mattone caldo contro la tosse e il raffreddore; l’orina per disinfettare le ferite; far mangiare ai bambini topi o ghiri appena nati per non fare pipì a letto; riti di fertilità (strofinarsi su alberi o rocce); la virtù per segnare i mali con le mani o con un pezzetto di placenta; il lievito favorisce la fertilità delle donne e degli animali.
Religiosità popolare: le rogazioni; la Diasilla; le preghiere antiche; le processioni e i tridui per far piovere; i pellegrinaggi a piedi; bruciare la palma benedetta, le candele della Candelora e il carbone del ceppo di Natale per allontanare la grandine; suonare a distesa le campane contro le tempeste; le croci di canne nei campi a protezione dei raccolti; S. Anna protettrice delle partorienti; S. Agata per far scendere il latte alle puerpere; S. Tommaso per le ossa; S. Biagio per la gola; S. Lucia per la vista; S. Cipriano contro le streghe; S. Ruffino per l’ernia; le pediche dei santi; sette vergini e sette vedove a pregare in chiesa per proteggere il villaggio; sette vergini vestite di bianco a pregare per chiedere la grazia per il moribondo; le apparizioni della Madonna.
Le acque: le acque terapeutiche e miracolose; le fonti del latte di
S. Vittoria in Matenano, Rosara, Santa Cristina di Colli del Tronto; il rituale per recarsi alla fonte del latte; sorgenti di acqua salata (le saline); le sorgenti di acqua sulfurea; il rituale di “passare l’acqua”; chiese e insediamenti monastici: le chiese terapeutiche, gli eremi; i romitori; antichi conventi e monasteri; i fraticelli; gli zoccolanti; presenza eremitica recente; rituali d’incubazione nella chiesa (Beato Rizzerio di Muccia).
Grotte e iscrizioni: le grotte dei frati; le grotte con resti di antichi insediamenti; le grotte dei briganti; le iscrizioni rupestri; la Grotta della Sibilla; la storia del gallo che attraversa la grotta e viene ritrovato dalla parte opposta della montagna.
La casa: riti di costruzione e fondazione: sacrifici di animali vivi (gatto, coniglio o gallina nera) nelle fondamenta delle case in costruzione; gettare i soldi nelle fondamenta; sgozzare un pollo o una gallina nera e farne sgocciolare il sangue in tutti i locali quando si andava ad abitare in una casa nuova; la casa contadina; le tecniche di costruzione; gli atterrati; il focolare e il caldaio al centro della casa; la stalla, la cantina, il magazzino, il granaio, il lavatoio, il forno; la catena del camino e le sue valenze (contro le tempeste, per far calcificare le uova, per far tornare le galline al pollaio, per proteggere i bambini); il pantano e il maceratoio; l’orientamento del letto; la porta del morto.
Riti del fuoco e della vegetazione: i falò per l’Immacolata, per la Venuta, per S. Lucia, per S. Antonio, per l’Ascensione, per S. Giovanni; i vilurdi del Carnevale ad Offida; i vilurdi dell’Ascensione a Falerone; il salto terapeutico del falò; l’albero di maggio; la festa canestrelle; la festa delle cove; la festa della vendemmia; le piante sacre (edera, tasso, ginestra, maggiociondolo, nocciolo, ornello, abete).
Animali fantastici: il regolo o basilisco; il lupo mannaro.
Fiabe, filastrocche, proverbi: le scantafavole o pastocchie; le filastrocche; i proverbi popolari; le ninnananne; le leggende.
Giochi: leppa; terremoto; sassetto; totu; il gioco del verde; il tiro al gallo; il fucile ad aria compressa fatto con i rami di sambuco e le pallottole di stoppia di canapa; la ciarampogna; i giochi di Carnevale.
Musiche e canti tradizionali: il saltarello; gli stornelli; i canti a batocco; i canti a dispetto; il ballo della ciambella; i canti di questua (della pasquella, della passione, delle anime sante); le serenate
di maggio ecc.
Sibilla, fate, folletti: la leggenda della Sibilla; il Guerin Meschino; Malco di Norcia; la fata Alcina; la Sibilla tessitrice ad un telaio d’oro; le fate scendevano a ballare nei paesi ai piedi dei Sibillini; gli zoccoli caprini; la Strada delle Fate; i diversi accessi alla Grotta delle Fate; le porte di ferro; l’abbigliamento delle fate; le case delle fate; una donna incinta per proteggersi dalle fate ; i mazzamurelli ovvero i folletti; i folletti vestiti di verde e grandi come bambini abitavano i boschi o le case abbandonate.
Streghe e diavolo: la strega succhia il sangue ai bambini; se si sbagliano le parole del battesimo (vola invece che volo) la bambina diventerà strega, il bambino lupo mannaro; amuleti contro le streghe (la scopa o le frasche di abete dietro la porta; la testa di cane sotto la culla; il sacchetto di sale o di sabbia o di panico alla finestra; un pezzo di macina del mulino nella culla); le streghe si trasformano in gatti e si radunano sulle querce; si ungono con un unguento che puzza di olio bruciato; rubano i cavalli per volare al Noce di Benevento e ne intrecciano la criniera; le stringhe di cane alle scarpe per allontanare le streghe; bollire i panni del bambino per smascherare la strega e renderla inoffensiva; per vederle si deve andare in un crocevia muniti di una forca dove infilare la testa; se la notte di Natale si mette un pettine nell’acquasantiera della chiesa o si evita di buttare l’acqua dove il sacerdote si è lavato le mani le streghe presenti non potranno uscire dalla chiesa; se si riesce a far loro uscire del sangue si può salvarle dalla malattia; le congreghe di streghe; la strega zoppa; le fatture; il libro del comando e la sua consacrazione al lago di Pilato.
Divinazione: “tirare le patta” con le cipolle; la patta della luna; i capimesi; pronostici amorosi ( l’erba dell’amore; le fave sotto il cuscino; le foglie d’olivo sulla brace; il chiaro dell’uovo in una bottiglia d’acqua la notte di S. Giovanni); divinazione tramite gli astri.
Tesori e paure: i luoghi dove sono nascosti i tesori; la gallina con i pulcini d’oro; la scrofa con i porcellini d’oro; il vitello d’oro; il telaio d’oro; i marenghi; il diavolo a guardia dei tesori; il divieto di
parlare per non essere scaraventati via dal vento; i sacrifici umani dove veniva seppellito il tesoro per mettere un’anima a guardia; la palla simpatica; i briganti; lo tristo; lu momò; gli spettri; la pantafaca.
Insediamenti antichi e luoghi d’interesse archeologico: il paese scomparso di Gubbio; i luoghi dove i contadini hanno ritrovato reperti archeologici.
Erbe magiche e curative: la belladonna e le sue valenze curative (contro l’asma o per la vista) e allucinogene ( chi mangiava alcune bacche vedeva “pecore grandi come vacche”); la mandragora e i suoi differenti nomi (l’erba stregoria; la bambolina; le manine; l’erba dell’antimonio); l’aspetto antropomorfo della mandragora (aveva la forma di un bambino); se tagliata faceva sangue e scatenava tempeste; doveva essere raccolta per mezzo di un cane; fumare lo stramonio; altre erbe curative (la genziana; la gramigna; la malva; il mentone; l’erba murana; lo scirro; i rovi; il sambuco;…); l’erba della madonna; l’erba dell’invidia.
Malocchio: metodi e parole per scacciare il malocchio con l’olio o con il grano; lavarsi la faccia con l’erba dell’invidia bollita e gettare l’acqua dove non può essere calpestata; la valenza del sale contro l’invidia; amuleti contro l’invidia (il breve; il pelo di tasso; il corallo o il fiocco rosso; le corna); il lievito contro gli influssi cattivi.
Numeri magici: valenza magica dei numeri , 7 e 9 (i sette nodi del bastone del pastore; i sette bastoni dello stazzo; i sette bastoni della rapazzola; far passare il bambino nello streppo tre, sette o nove volte;).
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