CULTI DEL MONDO PASTORALE

In età antica troviamo quello di Ercole, il gran dio del mondo pastorale umbro-sabellico che aveva i suoi santuari e le sue fiere ovunque presenti nell’Italia centrale come il santuario di Ercole Curino sulla piana di Sulmona,… ad Ercole erano dedicati i grandiosi santuari di Tivoli e di Cori, allo sbocco delle rotte transumanza laziali. Le centinaia e centinaia di luoghi di ritrovamento di statuine del dio, sono stati studiati proprio per riconoscere i luoghi della percorrenza delle antiche transumanze. Altri culti come quello di Iuno Lanuvina, celeberrimo per tutta la bassa Val Tiberina e nel Lazio a sud fino alle Pontenine, che ebbe nel santuario di Lanuvio il suo massimo centro, nel nome stesso e nell’immagine caprina. Così sotto la protezione di Feronia si poneva il grande mercato del bestiame che si svolgeva al Lucus del suo nome, sito proprio allo sbocco della transumanza Sabina sul Lazio. 

Così in altre epoche ecco il culto di S. Vittorino portato dai pastori nell’altopiano Aquilano allo sbocco della transumanza presso Tivoli, dove è già documentato a partire dal X secolo; e qui presso, vicino a Gallicano, ecco il culto di San Pastore, pure da collegare , sul versante adriatico dell’Appennino, al culto della Madonna della Divina Pastora. Non da meno i pastori pugliesi diffusero il culto di San Michele Arcangelo di S. Nicola, di S. Giorgio protettore dei cavalli e di s. Martino protettore delle Capre, Sant’Antonio protettore di tutti gli animali(1).

(1) L. Quilici, La transumanza nell‘Italia centrale in età moderna e medievale come contributo alla conoscenza di quella antica, in Ambiente e società pastorale nella montagna maceratese. Atti del XX Convegno di studi maceratesi, Ussita 29-30 settembre 1984, Macerata 1987, pp. 143-164.

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