MONTE SIBILLA

La Regina Sibylle 

“Nel luogo sacro ogni cosa viene fatta così che l’ambiente circostante divenga una metafora.” “…lo spazio sacro è uno spazio trasparente alla trascendenza, e qualsiasi elemento di tale spazio può essere utilizzato come punto di partenza per la meditazione. Penso, in particolare, a quei templi indiani circondati da un alto muro: quando si varca la porta d’ingresso, tutto all’interno di questo spazio è simbolico, l’intero universo è reso in chiave mitologica.”

La Sibilla può essere considerata come una delle manifestazioni più recenti della Dea Madre in senso pagano. In realtà tra tutte le figure mitologiche presenti nell’immaginario collettivo del Piceno quella della Sibilla risulta essere la meno vicina alla tradizione popolare e la più legata ad una tradizione colta, libresca. Chi ne parla lo fa citando le storie tratte dai libri di Andrea da Barberino (1370 circa – 1432 circa) e Antoine de La Sale (1388 circa – 1462 circa). Secondo i loro racconti, sui nostri Monti Sibillini ha sede l’antro della Regina Sibilla conosciuta anche come Fata Alcina.

All’antro si accede attraverso una grotta situata sulla cima del Monte Sibilla da cui ci si inabissa nelle viscere della terra e dopo un percorso assai pericoloso si arriva nel Regno della Fata. Questo è un luogo rigoglioso e splendente dove Sibylle vive circondata da uno stuolo di bellissime fate. L’unico problema è che una volta entrati in questo regno meraviglioso è difficile uscirne
poiché si diventa schiavi dell’incantesimo delle fate. Riportiamo sotto alcuni punti per noi salienti del viaggio fatto da Antoine de La Sale il 18 maggio 1420 sui Monti Sibillini che saranno la nostra guida nel mondo reale e nel mondo dell’immaginate 

Il Mondo Reale

La Corona del Monte
“…Ma tanto si va per queste svolte di qua e di là che si sale all’altro capo del monte, all’opposto della roccia che è detta la corona del monte, dove si trova l’entrata della grotta …Tale corona del monte è una roccia intagliata tutt’intorno al monte stesso, all’altezza di almeno tre lance. È dal lato della montagna dove si giunge salendo… Su questa corona si hanno due passaggi per salire in alto,
dove si trova l’entrata della grotta. …Il piccolo monte superiore, che è detto corona del monte, dalla base in su è alto trenta tese.”

La Grotta
“Là, a destra, si trova l’entrata della grotta, essa è piccola e a foggia di scudo, stretto di sopra e largo di sotto.
Davanti vi è una roccia; e chi vuole entrare deve abbassarsi molto ed entrare carponi, scendendo con i piedi rivolti in basso, fino a una cameretta quadrata che si trova a destra dell’apertura, dove tutto attorno sono intagliati dei sedili. Questa cameretta quadrata è lunga da otto a dieci passi ed altrettanto è larga ed alta. In questa stanza vi è un’apertura quasi rotonda, della grandezza di una testa d’uomo che non fa penetrare che ben poca luce e ciò per il grande spessore della montagna. All’uscita di questa stanza, chi vuole andare più avanti prenda a destra; ma bisogna che scenda con i piedi in avanti..tanto la grotta è inclinata verso il basso. Di altri eventi e meraviglie che qui vi sono non saprei che altro dire, e questo perché io non mi spinsi più avanti.”

Il Mondo dell’ Immaginate

A detta della gente del paese si raccontava che la parte iniziale della grotta si estende per circa un buon tratto di balestra, dopo è abbastanza ampia per procedere l’uno dopo l’altro agevolmente… sempre discendendo, a loro parere, per almeno tre miglia.

La foce del vento
A quel punto trovarono una vena di terra che attraversava la grotta, da cui usciva un vento così orribile e straordinario che non ci fu chi osasse andare più avanti di un passo o mezzo; …egli affermava che quella folata non durava più di quindici tese; ed è più forte all’entrata perché una volta che si fossero fatti tre o quattro passi all’interno, il peggio sarebbe passato o comunque il vento sarebbe stato più leggero. Dopo questo vento si va avanti…

Il ponte sottile
Allora si trova un ponte che non si sa di che cosa sia fatto; ma pare che non superi l’ampiezza di un piede e sembra essere molto lungo. Sotto questo ponte c’è un abisso di grandissima e orribile profondità, nel fondo si ode un gran fiume, che fa un fragore tale da sembrare ogni volta che tutto precipiti tanto grande è l’orrore.
Ma non appena si appoggiano i due piedi su questo ponte, esso si presenta abbastanza largo e, tanto più si va avanti, tanto più si fa largo e meno elevato e il fragore dell’acqua si ode meno. Superato il
ponte, si comincia a trovare il sentiero piano e la grotta appare come fatta artificialmente. Andando avanti attraverso la caverna larga e in pianura, c’è un grandissimo sentiero del quale non si saprebbe dare l’esatta immagine.

I due dragoni
Ma alla fine di questa grotta stanno ai due lati due dragoni che sono fatti artificialmente anche se sembrano vivi, se non fosse perché non si muovono, ed hanno gli occhi così luminosi da spandere
chiarore tutto intorno ad essi. Dopo i due dragoni, si entra in una strettissima grotta, dove non si può procedere che uno dopo l’altro, essa non è più lunga di 100 passi. Allora si arriva a un piccolo spiazzo completamente quadrato.

La porta di metallo
Nei pressi della grotta ci sono le due porte di metallo che sbattono senza sosta… Raccontano che queste porte sbattono in un modo che il varcarle sembra impossibile a colui che vi deve entrare
senza essere preso nel mezzo e completamente schiacciato. Al di là di queste porte non si vede nemmeno un po’ di chiarore, ma ne proviene un gran rumore che sembra un mormorio di persone…

La porta che rispendeva di luce
Quelli raccontarono e dissero che quando giunsero nello spiazzo oltre le porte di metallo, videro una bellissima e ricca porta che risplendeva fortemente alla luce che essi portavano; ed allo stesso
modo splendeva la grotta come se fosse di cristallo…
Ma prima che li facessero procedere oltre un’altra porta, molto più bella e più ricca di quanto non fosse la prima, li fecero entrare in una piccola stanza molto riccamente tappezzata; e là li fecero
spogliare di tutti i loro abiti dal più grande al più piccolo, quindi li rivestirono di altre ricchissime vesti.

Il regno della Signora di tutta la Terra
Poi li condussero tra melodie di strumenti attraverso giardini, sale e camere, addobbate le une bene, le altre meglio in modo quasi inenarrabile…
E con tutta quella compagnia fu condotto al cospetto della regina, che era seduta sul trono e circondata da tante persone, tanto belle da non poterne narrare, da sembrare signora di tutta la Terra; vi erano anche tali tesori che non si poteva desiderare di più. …Infatti la regina e tutte le dame e i cavalieri di quel regno sanno parlare tutti i linguaggi del mondo dal momento in cui vivono là per la durata di 330 giorni; e dopo che uno vi sia stato nove giorni li capisce tutti così come il proprio linguaggio, ma non saprà dire alcuna parola di quelli che egli sa, fino a che passi il termine che si è detto…
E ancora – disse la regina – si può dire di più: perché nello stato in cui voi ci vedete noi resteremo finché durerà il mondo…Ma considerate , di tutte le dame che sono qui, una che sia senza compagnia, quella che vi è più gradita e ve la donerò.

Le consuetudini nel regno della Sibilla
Allora la regina gli parlò delle consuetudini di là dentro e gli mise come termine per rimanere in quel luogo otto giorni e al nono giorno di risalire all’esterno. E se al nono giorno non avesse voluto
salire fuori egli non ne sarebbe potuto uscire fino al trentesimo giorno. E come se si fosse presentato il caso che al trentesimo non fosse salito non sarebbe potuto uscire fino al trecentotrentesimo giorno. E se si fosse presentato il caso che al trecentotrentesimo giorno non avesse voluto risalire, le usanze di là dentro erano che non sarebbe mai più andato fuori…

L’eterna giovinezza
Difatti quando veniva il lunedì, dopo la mezzanotte, la sua compagna si alzava dal posto vicino a lui e si recava dalla regina, e facevano la stessa cosa tutte le altre donne di là dentro. E là restavano in camere ed in altri luoghi predisposti a questo scopo, nello stato di bisce e serpenti, tutte insieme; e vi rimanevano fino a dopo la mezzanotte del sabato, quando ciascuna ritornava al suo compagno; e all’indomani sembrava essere più bella di quanto lo fosse mai stata. Infatti esse non invecchiavano mai, né sanno cosa sia il dolore. Hanno vesti a volontà, per il cibo ciascuno ha accontentato il proprio gusto, di ricchezze ne hanno in quantità, di piaceri, con larghezza. Non vi è né freddo né caldo…

Il concedo dalla Sibilla
Ma quando fu giunta la scadenza dei 330 giorni, il cavaliere andò a prendere congedo dalla regina. Ed egli portò via con sé un piccolo anello d’oro tanto sottile che l’occhio lo poteva appena percepire.
La sua dama gli donò questo anello d’oro per ordine della regina e gli disse quale virtù tale anello avesse; ma non ci fu mai chi potesse conoscere questa cosa… Allora se ne andarono ciascuno con un cero acceso che avevano dato loro…

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